Elezioni regionali, le priorità per le imprese

Elezioni regionali, le priorità per le imprese

Elezioni regionali, Cna: “Ecco le cinque priorità per le imprese”

Cinque punti chiave, cinque impegni precisi su accesso al credito, burocrazia, trasparenza, formazione e fondi europei. Per Cna Emilia Romagna chi sarà chiamato a governare la Regione dovrà tenerli in considerazione se si vuole far ripartire quella che, fino a poco tempo fa, era la locomotiva d’Italia.

“Quello di domenica prossima sarà un voto molto importante, decisivo per il futuro del nostro territorio – spiega Paolo Govoni, Presidente Cna Emilia Romagna  -. Il nuovo Presidente della Regione e la sua Giunta dovranno essere consapevoli che la forza del nostro sistema produttivo è costituita da un vasto tessuto di piccole e piccolissime imprese che hanno fatto la storia dello sviluppo del paese e continueranno a farla, se adeguatamente aiutate e sostenute”.

Un sostegno che per Cna si articola attraverso cinque proposte concrete da mettere subito sul piatto della bilancia. Partendo dal sostegno al credito. “Nella nostra Regione i Confidi rappresentano una realtà importante. Hanno sempre sostenuto le imprese – ha detto Govoni -. Nei prossimi 5 anni, per portare avanti la normale operatività e consentire le indispensabili rettifiche sui crediti in sofferenza, al sistema dei Confidi sono necessari cento milioni di euro. Chiediamo con forza che siano assicurate queste risorse”.

Poi c’è il tema della trasparenza che, per le piccole e medie imprese, si declina soprattutto in una maggiore facilità di accesso agli appalti pubblici per i quali servirebbe un percorso ad hoc. Il solo ricorso a grandi centrali di acquisto rischia di escludere dal mercato un tessuto di qualità, competenze e abilità.

E poi ancora accesso ai fondi strutturali europei da “orientare direttamente alle imprese e in particolare a quelle piccole”. Inoltre un investimento concreto nella formazione con il lancio di “un nuovo grande patto dentro il quale Cna deve poter giocare un ruolo centrale”.

Infine il capitolo burocrazia: meno cavilli da rispettare ex ante, più controlli ex post, massima estensione della modalità del silenzio assenso. “Non si tratta di semplificare singoli adempimenti – ha concluso Govoni - ma di ridurre l’ambito di intervento amministrativo. Un’azione semplice ma concreta sarebbe quella di sviluppare al massimo la procedura del silenzio-assenso”.


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