Il nuovo regime forfetario contenuto nel ddl di stabilità deve essere

Il nuovo regime forfetario contenuto nel ddl di stabilità deve essere

Anche se prevede delle vere e proprie semplificazioni importanti, così come è strutturato adesso,  i risparmi della semplificazione saranno ridotti a causa  dei maggiori tributi dovuti.  
 
Inoltre vi è una  discriminazione evidente  per i professionisti, dovuta ai bassi limiti di ricavi per l'accesso al regime e per il fatto che,  i professionisti iscritti alla gestione separata Inps, non avranno neanche i vantaggi derivanti dalla riduzione dei contributi previdenziali, che invece sono previsti per le imprese artigiane e commerciali. Per questo si deve andare verso l'allargamento dei limiti dei ricavi per accesso al regime e al blocco dell’aliquota.

Per dare un concreto beneficio agli imprenditori, e professionisti autonomi che chiedono a gran voce semplificazioni e riduzioni del prelievo fiscale, occorre rivedere verso l’alto le soglie di accesso al regime, al fine di estendere la platea dei beneficiari, nonché ridurre l’aliquota del 15%, al di là della riduzione degli oneri amministrativi.

Per reperire le risorse necessarie, si potrebbero rivedere le disposizioni in materia previdenziale, reintroducendo il riferimento in tutto o in parte al reddito minimale. In questo modo, il vantaggio sarebbe tutto tributario ed andrebbe così a colmare, in parte, la disparità di trattamento che ora sussiste nella tassazione IRPEF tra le diverse categorie di reddito. Inoltre, si eviterebbero disparità di trattamento tra imprese e professionisti, considerato che, questi ultimi, calcolano la contribuzione previdenziale senza far riferimento al reddito minimale.

Cna ha svolto uno studio sul nuovo regime forfetario che troverete a breve integralmente pubblicato sul sito www.cna.it

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