Industria 4.0, sfide e opportunità per le Pmi che sapranno evolversi

Industria 4.0, sfide e opportunità per le Pmi che sapranno evolversi

Con il Piano Nazionale Industria 4.0 varato dal Governo per il triennio 2017-2020, anche l’Italia è entrata “ufficialmente” nella quarta rivoluzione industriale. Quella della “fabbrica intelligente”, caratterizzata, secondo la definizione della Commissione europea, “dalla “trasformazione dell’intera sfera della produzione industriale avvenuta grazie alla fusione della tecnologia digitale e di internet  con la manifattura convenzionale”.
In campo, insieme agli indirizzi politici e di strategia economica, ci sono sostanziose risorse per finanziare e sostenere il sistema produttivo italiano in questa delicata e decisiva fase di trasformazione. Che interesserà non solo i grandi gruppi industriali ma anche, e soprattutto, il sistema delle piccole e medie imprese, per le quali, come spiega nell’intervista Claudio Pazzaglia, Responsabile Area Economico Sindacale di CNA Bologna, se sapranno accettare la sfida, si prospettano importanti opportunità di crescita e la possibilità di migliorare la propria competitività sui nuovi mercati globali.

Pazzaglia, partendo dal quadro di riferimento delineato dal Piano del Governo italiano, quali sono, secondo lei, le principali innovazioni che possono rendere un’azienda 4.0?

L’Italia è partita in ritardo rispetto ad altri Paesi e anche per questo il Governo, con il Piano, ha voluto lanciare una sfida importante. Che è quella di innescare una forte spinta diretta verso l’innovazione dei processi produttivi del nostro sistema. Una sorta di choc, veloce, alimentato da incentivi molto allettanti. Il messaggio alle imprese è chiaro: per tutti gli interventi che farai nell’innovazione di processo, ovviamente rispettando i requisiti richiesti, io ti sostengo e ti stimolo a proseguire su questa strada.

Ed è coerente perché “Industria 4.0” è sostanzialmente innovazione di processo. Ciò che devono fare le aziende è investire in tecnologie dotandosi di attrezzature e impianti avanzati. Puntare su software di gestione di nuova generazione e soprattutto mettersi nelle migliori condizioni dal punto di vista della connettività. L’accesso ultra veloce alla Rete digitale, che è la vera dorsale su cui poggia la rivoluzione 4.0, è fondamentale per entrare all’interno dei prossimi sviluppi che vedranno sempre più collegati i processi produttivi nelle filiere verticali e orizzontali.

Industria 4.0, con le innovazioni che richiede e le opportunità che offre riguarda solo le aziende manifatturiere o è estendibile e compatibile anche con altri settori?

La definizione Industria 4.0 è in parte forviante perché induce a pensare ad unico ambito, quello, appunto, strettamente industriale. Considerando più attentamente la grande trasformazione nella quale siamo entrati è evidente che non solo tutti i settori produttivi verranno via via interessati dal processo ma anche che già oggi siamo in presenza di Servizi 4.0.

Dalla manutenzione sino a servizi alla persona, il connubio tra Rete e device, come gli smartphone di ultima generazione, consentono, infatti, alle imprese e alle organizzazioni erogatrici di essere sostanzialmente non solo sempre connesse e in costante dialogo con i loro utenti ma anche di prevedere i loro bisogni e anticipare, in maniera predittiva, esigenze e tipologia di intervento da mettere in campo, in tempo reale.
Questo si verifica già ogni giorno nei più disparati ambiti: nell’automotive grazie alle vetture intelligenti dotate di computer; con gli elettrodomestici che auto segnalano tempi e modalità per la manutenzione; nella sanità e persino nell’estetica dove avanzati sistemi tecnologici consentono di seguire la persona, con una sorta di “tutoraggio”, nella cura della salute e del proprio corpo programmando e segnalando all’utente controlli periodici.   

Nell’ambito dei processi e delle innovazioni descritte cosa dovrebbero fare concretamente le Pmi bolognesi per diventare industrie 4.0 e quali vantaggi ne deriverebbero?

Il Piano del Governo, ma anche il carattere stesso di Industria 4.0, spingono e stimolano l’interconnessione dei processi produttivi e l’integrazione di filiera o di distretto con l’obiettivo di rendere il sistema produttivo più solido e connesso.
Le piccole e medie imprese devono quindi unirsi o, per meglio dire, connettersi tra loro e condividere i processi, ma anche beni e strutture utili alla produzione come centri stampa, magazzini. E’ importante anche sottolineare che con l’innovazione di processo intesa in questi termini si arriva a fare innovazione di prodotto e di conseguenza ad una riduzione delle spese generali.
Inoltre, facendo rete, secondo la nuova visione 4.0, le Pmi possono aumentare la loro dimensione, senza aggravi di costi. E acquisire così ulteriore competitività dotandosi di quelle specifiche tecnologiche e organizzative che vengono richieste dalle grandi imprese committenti in ambito internazionale con le quali altrimenti è impossibile dialogare in quanto già pienamente inserite nella logica 4.0.  

Un’ultima domanda, esistono casi concreti in Europa e in Italia di industrie 4.0 che possono fungere da esempio per le Pmi?

Ce ne sono diversi, a partire dalla Germania, ovviamente, che, come detto, è partita molto prima di noi. Aziende come Siemens e Bosch lavorano già da tempo con i loro fornitori in maniera non presidiata. Che significa che la connessione è tale da consentire l’automatizzazione del flusso della commessa e delle successive forniture.
Grazie al dialogo fra sistemi gestionali gli uni “vedono” per esempio i magazzini degli altri che provvedono a rifornire praticamente in tempo reale e viceversa le richieste partono sulla base della disponibilità dei prodotti. Il tutto con evidenti risparmi in termini di tempistiche ma anche per quanto riguarda i costi relativi alle scorte di magazzino
A Bologna e nel nostro territorio, Gruppo Ima, soprattutto, ma anche Ducati e Lamborghini hanno innovato i loro processi e sono, ormai, pienamente nella fase 4.0. Con un interessante effetto a catena che ha portato ad estendere questa innovazione a tutti i loro fornitori che, di conseguenza, sono stati indotti ad evolversi per poter dialogare su questo nuovo livello di organizzazione e di gestione dei processi”.


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