roBOt Festival: quattro giorni sulle trasformazioni dei linguaggi elet

roBOt Festival: quattro giorni sulle trasformazioni dei linguaggi elet

Dal 7 al 10 ottobre a Bologna va in scena il roBOt Festival, tra le sale medioevali del Palazzo Re Enzo nel centro della città e i padiglioni di BolognaFiere. In programma, tra gli altri, Trentemøller, Nina Kraviz, Squarepusher, Tiga, Siriusmodeselektor. E’ una celebrazione della cultura elettronica contemporanea, il festival roBOt che, arrivato alla sua ottava edizione, fa dal 7 al 10 ottobre, di Bologna il centro della sperimentazione e della ricerca sonora contemporanea. Unico festival italiano di musica elettronica con una visione che attraversa diverse forme di comunicazione, dalla sezione dedicata agli screenings alle sezioni ‘professionali’ sino ai laboratori per bambini, roBOt svela l’aspetto avant garde della pista da ballo, riempiendo di contenuti l’espressione club culture.

La manifestazione ha il patrocinio di Cna Bologna.

Una rassegna che combina i l meglio della scena internazionale c on i giovani talenti italiani che, sempre più, si impongono su un palcoscenico culturale diventato ‘globale’, dove sono state definitivamente azzerate le frontiere e dove ogni nazione esprime ormai dj, musicisti e produttori con una loro specifica identità artistica. Così nazioni sino ad adesso considerate lontane dalla mappa dei linguaggi sonori sono diventate eccellenti centri di una nuova geografia del sapere. E roBOt vuole essere proprio questo. Una mappatura ‘in divenire’ dello stato delle cose della musica elettronica.

Grazie, per fare qualche nome, ad ospiti come la dj e discografica russa Nina Kraviz, sino al danese Trentemøller, uno dei più desiderati remixer da artisti di ogni provenienza stilistica. Dall’inglese Squarepusher, che ha innovato, con i suoi break ipnotici e i suoi virtuosismi al basso, un genere come il jazz rock, filtrandolo attraverso le macchine digitali al sudafricano Nozinja, esponente di una nouvelle vague che arriva dai ghetti del suo paese mettendo in stretta relazione il suono del ‘bush’ con la techno. Dal cileno Flako (che conferma quanto il paese sudamericano sia un esplosivo workshop elettronico a cielo aperto) al canadese Tiga, protagonista del rinascimento dell’electro, nelle cui radici affonda anche il moderno hip hop. Dal norvegese Biosphere che hanno arricchito la techno di suoni ambient che derivano dall’amore profondo per Brian Eno all’americano Prefuse 73, che riscopre il rapporto tra il funky e l’Africa.

Spettacolari, sotto due diversi punti di vista, i luoghi di roBOt 2015. Da un lato le sale artisticamente irripetibili del Palazzo Re Enzo, che si affaccia su Piazza Maggiore, dall’altro gli ambienti ampi, sicuri e confortevoli di BolognaFiere (che è partner di roBOt), strategicamente vicini e ottimamente collegati al centro storico. Spazi dove ascoltare musica e ballare sino a notte in assoluta tranquillità, nella suggestione di uno scenario metropolitano unico, il distretto urbano caratterizzato dalle torri di Kenzo Tange. Una collaborazione, quella tra roBOt e BolognaFiere che farà crescere ancora questo Festival portandolo definitivamente nel grande circuito degli appuntamenti internazionali di musica elettronica.


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