Una grande festa per Gino Pellegrini

Una grande festa per Gino Pellegrini

Ha lavorato ad Hollywood alle scenografie di “2001 Odissea nello Spazio” di Kubrick, di “Gli Uccelli” di Hitchcock, di “Mary Poppins” e tanti altri capolavori. Tornato in Italia, a San Giovanni in Persiceto, pur essendo vicentino d’origine,  ha curato scenografie televisive e teatrali come il “Gran Paese Varietà” e il “Puccini comic music show”. E ha intensificato la ricerca e la sperimentazione artistica, dedicandosi con passione a performances pittoriche “in diretta” su spazi di grandi dimensioni, in piazze e in teatri.

Uno dei suoi lavori più celebri è la Piazza Betlemme, a San Giovanni in Persiceto, divenuto ormai un caso che ha fatto storia in Italia: la riqualificazione di uno spazio dimesso grazie alla pittura, la trasformazione di pareti malandate in una grande opera d’arte realizzata in tre momenti: nel 1982 la prima edizione, poi proseguita nel 1987, quindi  ripresa e terminata nel 1997.

Tutto questo e molto altro era Gino Pellegrini. Dopo la sua scomparsa improvvisa, lo scorso dicembre, a San Giovanni in Persiceto si è costituito un comitato di amici che insieme al Comune di San Giovanni in Persiceto e al sostegno di Cna Bologna, Coop Adriatica, Camst e Maglio Editore, si è impegnato per tenere vivo il suo ricordo e il suo lavoro artistico.

www.ginopellegrini.it

www.piazzettabetlemme.it


Il Gran Pavese e Ivano Marescotti il 4 luglio a San Giovanni in Persiceto

Il primo risultato di questo impegno è un’iniziativa che si terrà sabato 4 luglio e ovviamente non poteva che svolgersi Piazza Betlemme. Alle 21.30 infatti si terrà “Serata in Piazza Betlemme” condotta da Patrizio Roversi e Syusy Blady con Eros Drusiani, Luciano Manzalini, Ivano Marescotti, Tita Ruggeri e Vito, con la musica di Vittorio Bonetti e la regia di Daniele Sala. In pratica il Gran Pavese quasi al completo e tanti altri artisti che hanno recitato con le scenografie di Gino Pellegrini. La “Serata in Piazza Betlemme” non sarà l’unico evento in programma sabato 4 luglio. Alle 19 nella chiesa di Sant’Apollinare di San Giovanni in Persiceto verrà inaugurata la mostra fotografica “Gino visto da Luciano Bovina”, che proseguirà fino al 31 luglio, aperta il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 19 alle ore 22.

Il catalogo della mostra con le foto di Luciano Bovina e il testo di Maurizio Garuti è edito da Maglio Editore.

Sempre sabato 4 luglio dalle 19 alle 22 nella Sala Zavattini il pubblico potrà vedere “Gino al lavoro” nelle foto di Arnaldo Pettazzoni, Loris Fontana e Wolfango Horn. Accanto a un bel corpus di bianchi e neri di Arnaldo Pettazzoni e a quelle recenti di Loris Fontana sono state inserite anche foto relative alle precedenti piazzette che rimandano ai rispettivi volumi. Oltre ad alcuni manifesti “storici”, sono  esposti anche quattro importanti “relicti” pittorici delle piazzette gentilmente prestati. Il Comitato “Per Gino” è composto da quindici persone, che hanno seguito la sua vicenda umana e artistica come amministratori, come artisti, come amici e hanno voluto organizzare un omaggio a Gino Pellegrini, “un artista molto persicetano che si ritrovò americano pur essendo veneto”. Partendo proprio da Piazza Betlemme, “una storia d’arte e di cinema”.


La Piazza Betlemme

Come scrive Maurizio Garuti “il primo travestimento della piazzetta conferisce al luogo il rango architettonico e l’eleganza che non ha mai avuto. Pennellata dopo pennellata, verità e finzione giocano tra loro. I residenti sposano l’operazione, suggeriscono trovate e abbellimenti. Intonaci cadenti vengono trasformati in pareti di nobili palazzi. Compaiono dal nulla edere e glicini lussureggianti. Crepe vere sono riscattate e confuse fra crepe di vernice, finti panni stesi offrono un alibi decoroso a quelli autentici. Non siamo più in uno slargo disadorno, quello che abbiamo intorno è una specie di atelier cinematografico. Dopo il primo intervento del 1982, Pellegrini tra il 1987 e il 1992 crea il secondo travestimento della piazzetta. E’ il ciclo pittorico ispirato alla poetica di Cesare Zavattini, che appare in persona, emergendo da un paesaggio padano”. Nel 1997 altro ciclo pittorico e nuova invenzione: ora sono animali e vegetali a invadere le pareti in un tripudio di forme e di colori.

Pellegrini oltre che grande artista fu anche grande maestro, si impegnò in corsi di formazione professionale, avviò stages nelle scuole elementari con bambini e maestre. Anche per questa ragione la Cna di Bologna si è impegnata con passione in questa iniziativa, che vuole valorizzare il lavoro di Gino Pellegrini: non solo perché è stato uno dei suoi associati più illustri, ma anche perché il maestro collaborò negli anni ’80 con Ecipar, l’ente di formazione di Cna. Ecipar nel 1984 organizzò con docente Gino Pellegrini un corso rivolto ai giovani che volevano avviarsi alla professione di decoratore. Inoltre, sempre con Pellegrini, Ecipar Cna organizzò un corso di aggiornamento serale rivolto a imbianchini decoratori su tecniche antiche e moderne di decorazione pittorica che, come lavoro finale, produsse quel capolavoro tuttora visibile che è la facciata del Molino Tamburi a San Giovanni in Persiceto. Infine Pellegrini creò anche scenografie per la manifestazione di Cna Bologna Regali a Palazzo. Anche con questa iniziativa  dedicata a Pellegrini Cna Bologna vuole celebrare il settantesimo dalla sua nascita, avvenuta nel 1945.


Gino Pellegrini, una vita per l’arte a 360 gradi

“Ho da sempre alternato la ricerca artistica e l’attività nel campo della scenografia, fin da quando giovanissimo emigrai dal Veneto, mia regione d’origine, negli Stati Uniti per studiare e lavorare e dove sono rimasto per quindici anni. Ho studiato architettura alla U.C.L.A University del Sud California e ho conseguito il Master Degree in Fines Arts alla Los Angeles Art Center School, partecipando ancora studente al movimento pop californiano con mostre negli anni sessanta”.

E’ lo stesso Gino Pellegrini che si racconta nel sito www.ginopellegrini.it. Vicentino di nascita, dal 1957 al 1972 ha lavorato ad Hollywood su set cinematografici famosissimi, come “Gli Uccelli” di Hitchcock, i musicals “West side story”, “Funny girl”, “Hello Dolly”, “Mary Poppins”, “Il pianeta delle scimmie”, “Indovina chi viene a cena”, “Alice’s Restaurant”, “2001 Odissea nello spazio”.

Negli anni ’70 rientrò in Italia e scelse di stabilirsi definitivamente in Emilia Romagna, a San Giovanni in Persiceto. Lavorò in pubblicità per numerosi spot e videoclip e per la Rai negli anni Ottanta (Gran Pavese Varietà), creò scenografie teatrali per spettacoli per Vito, Albanese, i Gemelli Ruggeri, Jachetti. Per opere musicali ma anche per feste di Capodanno come quella del ‘92 e ‘93 in Piazza Maggiore a Bologna, per la Fiera di Santa Lucia a Bologna, per la festa dei 50 anni di Cna in Piazza Santo Stefano, inventò carri carnevaleschi per lo storico carnevale di San Giovanni in Persiceto.

Dall’inizio degli anni ’80 ha allestito molte mostre tematiche su una grande varietà di argomenti culturali e realizzato ambienti all’interno di mostre in diverse città, in sedi museali, in fiere, in scuole, in spazi speciali come la mostra che ha avuto luogo nell’ospedale psichiatrico Osservanza di Imola e che ha concluso il progetto dal titolo “Vita da pazzi” allestito in nove sedi di ex manicomi dell’Emilia Romagna.

Ma oltre a questa attività, intensificò la ricerca e la sperimentazione artistica con opere pittoriche e materiche, con numerose esposizioni personali e rassegne in Italia soprattutto negli anni settanta ed ottanta.

Specializzandosi nelle performances pittoriche “in diretta” su grandi dimensioni, in piazze  e in teatri con esibizioni contemporanee di attori e musicisti, in una serie di trompe l’oeil di grandi dimensioni con argomenti diversi. Oltre a Piazzetta Betlemme di San Giovanni in Persiceto, fece analoghi interventi nella piazzetta Guareschi a Conselice di Ravenna prendendo spunto dallo scrittore al quale era dedicata.

Nel 2013 decorò a trompe l’oeil la grande palestra di Castel di Casio, un progetto durato due anni che vide il felice coinvolgimento degli abitanti nel cantiere aperto.

Nel 2014 realizzò tre fondali dedicati a paesaggi sardi per le vetrine del nuovissimo Museo etnografico della Sardegna di Nuoro.


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