La scuola ti insegna a diventare imprenditore. Progetto innovativo all

La scuola ti insegna a diventare imprenditore. Progetto innovativo all

Il Laboratorio “Move Your Future”, unico in Italia, fornisce agli studenti del triennio

le competenze su come si fa impresa, si trasforma un’idea in un prodotto,

si prendono decisioni, si organizza e si finanzia l’azienda

Oggi l’autoimprenditorialità è una delle soluzioni contro la disoccupazione

 

Cna, che finanzia questo progetto, lo vuole estendere in futuro

ad altri istituti per sviluppare imprese in svariati settori

Per coinvolgere il territorio su questo obiettivo, metterà all’asta un’opera d’arte contemporanea di valore di sua proprietà, inoltre svilupperà azioni di crowdfunding

“Un atto di amore verso questa città e un gesto concreto per il suo futuro”

 

Insegnare ai giovani come si diventa imprenditori, accendere già sui banchi di scuola lo “spirito d’impresa”, fornire le competenze utili per sviluppare idee concrete di avvio d’impresa al termine delle scuole superiori. Sono gli obiettivi di un innovativo progetto didattico, “Move Your Future”, proposto dall’Istituto Aldini Valeriani. Insieme a Cna Bologna che ha fortemente voluto e finanziato interamente il progetto; ad Ecipar Bologna, l’ente di formazione di Cna Bologna; allo Sportello Aldini lavoro.

Il Laboratorio di Orientamento e Scoperta dell’imprenditorialità e della cultura di impresa, unico in Italia, prevede sia attività d’aula che tirocini in azienda e attività di mentoring, nonché l’utilizzo di testimonianze dirette di imprenditori. Prevede 300 ore di aula per gli studenti del 3°, 4° e 5° anno scolastico insieme a nove settimane di tirocini estivi da realizzarsi nelle aziende del territorio in affiancamento agli imprenditori. L’obiettivo del Laboratorio è quello di osservare, sperimentare e acquisire pratiche di fattibilità di realizzazione di un progetto imprenditoriale. I destinatari saranno 30 allievi dell’Istituto tecnico, iscritti a diversi percorsi curriculari diurni delle Aldini Valeriani.

Quello delle Aldini è il primo progetto sperimentale, al quale Cna vorrebbe aggiungerne e finanziarne molti altri, sempre finalizzati all’insegnamento del “fare impresa”, in altri Istituti bolognesi e per la creazione di imprese nei più diversi ambiti. Per coinvolgere e sensibilizzare tutto il territorio bolognese al raggiungimento di questi obiettivi, Cna utilizzerà forme molto innovative. Innanzitutto metterà all’asta una opera artistica di valore di sua proprietà, attualmente esposta presso la sua sede provinciale di Viale Aldo Moro: una scultura in marmo dell’artista Giò Pomodoro. Poi lancerà una campagna di crowdfunding, a cura della start up GINGER, che permetterà a cittadini e imprenditori di sostenere il progetto ed entrare attivamente a farne parte, testimoniando con il loro contributo quanto il tema del “fare impresa” gli stia a cuore.

“Il nostro vuole essere un investimento paziente – spiega Massimo Ferrante, Segretario di Cna Bologna – stiamo ‘seminando’ tra i giovani, le scuole e i docenti il concetto di quanto oggi sia importante e strategico fare impresa, di quanto la cultura dell’imprenditorialità non solo favorisca la nascita di nuove imprese ma aiuti anche quei giovani che nelle aziende inizieranno a lavorarci come dipendenti. Partendo da una convinzione: la creazione di un’impresa non si improvvisa, ma occorrono competenze che si possono apprendere già dalle scuole superiori. Mettere a disposizione i nostri ‘gioielli’, stimolare la raccolta di fondi con il crowdfunding, vorremmo che fosse interpretato come un atto d’amore di Cna, delle imprese e dei bolognesi verso il futuro del loro territorio”.

 

Trecento ore d’aula extracurriculari per gli studenti del triennio

D’estate tirocini in azienda, esame finale anche con funzionari di banca

 

Sviluppare l’assunzione del rischio, prendere decisioni, essere in grado di elaborare un’idea per farla diventare un prodotto o un servizio, essere orientati ai risultati e alla creatività. Insomma acquisire il modello di comportamento dell’imprenditore. Questo impareranno sui banchi di scuola e nei tirocini nelle aziende i ragazzi di Move Your Future delle Aldini Valeriani.

Le 300 ore d’aula si svilupperanno su questi contenuti:

-       Attività di orientamento per allievi e famiglie

-       Testimonianze e mentoring di giovani imprenditori del territorio

-       Modelli di organizzazione aziendale (strutture, ruoli e processi)

-       Orientamento al mercato (marketing, cliente, prodotto, concorrenti)

-       Basi di gestione economico-finanziaria

-       Business plan

-       Project management

-       Comunicazione del proprio progetto

 

I tirocini estivi saranno modulati con obiettivi differenziati:

-       Affiancamento per conoscere una realtà aziendale del territorio nelle sue componenti organizzative e di processo

-       Lavorare in affiancamento sull’analisi di mercato dell’azienda ospitante su un prodotto o su un’area di mercato

-       Lavorare in affiancamento sull’analisi delle risorse finanziarie, risorse umane e tecniche

 

A chiusura del percorso triennale agli allievi è richiesta di ipotizzare una business idea su cui formulare un business plan; sarà istituita una commissione di valutazione composta da docenti, allievi e anche un funzionario di banca che valuterà il progetto; l’esercitazione servirà a fare apprendere agli allievi la capacità di presentare un proprio progetto imprenditoriale ai possibili portatori di interesse.

Promuovere l’educazione all’imprenditorialità tra i giovani, spiega l’Istituto Aldini Valeriani, è una esigenza sollecitata da molte raccomandazioni comunitarie, la Comunicazione della Commissione “Entrepreneurship 2020 Action Plan” dello scorso gennaio è solo l’ultima. Lo spirito di iniziativa e di imprenditorialità è una delle otto competenze chiave da tener presente in ogni fase e in ogni ambito di istruzione e formazione. Perché può rendere i giovani studenti autonomi e protagonisti consapevoli nella costruzione del proprio futuro: Move Your Future, appunto.

L’autoimprenditorialità e la creazione di nuove imprese inoltre può essere una delle soluzioni efficaci per contrastare il fenomeno della disoccupazione a cui non sfugge nemmeno Bologna. Seppur in un contesto economico molto difficoltoso, la cosiddetta “voglia d’impresa” nel nostro territorio non è venuta meno, sono 6.300 le nuove imprese nate nel 2013. Se guardiamo al mercato del lavoro dal 2008 al 2013 la disoccupazione è passata dal 2.2% all’8,1% (al 17,8% se si considerano coloro che non cercano attivamente lavoro) e dove, dei ragazzi tra i 15 e 24 anni, il 45,7% non ha un lavoro. Sembra evidente pertanto che la soluzione non può essere ricercata esclusivamente nell’assorbimento della disoccupazione da parte del sistema imprenditoriale locale. Mai come ora è necessario ricorrere all’autoimprenditorialità e alla creazione di nuove imprese. Nuove imprese però che sappiano affrontare le difficoltà del mercato (nel 2013 sono state 6.356 quelle che hanno chiuso).

Apprendere come fare e come essere un imprenditore già sui banchi di scuola degli istituti superiori, può essere una strategia che può dare buoni frutti. 


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