“Il settore del benessere ha reagito sicuramente meglio di altri a un decennio di crisi. Tuttavia i dati diffusi da Unioncamere devono indurre a un’ analisi più approfondita. L’aumento del 4% delle imprese del settore va considerato in un contesto di mercato che registra un forte calo dei clienti:  a esempio, nei saloni di acconciatore si è passati da nove passaggi all’anno in media a circa cinque. Questo significa che la domanda non è aumentata mentre in seguito alla crisi è aumentata l’offerta con una riduzione dei fatturati dei saloni stessi. Spesso saloni che chiudono inducono i dipendenti ad aprire una propria attività. Questo ha riguardato gli acconciatori ma interessa tutto il settore”. Lo ha dichiarato il presidente Unione Benessere e Sanità CNA, Antonio Stocchi.

“A ciò si aggiunga che per ogni nuova attività che si avvia – ha sottolineato - almeno un’altra abusiva si propone a discapito della concorrenza. Per questo la CNA chiede nuove misure per combattere la piaga dell’abusivismo e delle aziende irregolari – ha concluso Stocchi - utilizzando prioritariamente incentivi fiscali per chi opera nel rispetto delle regole”


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