Manovra, il giudizio di Cna

Manovra, il giudizio di Cna

“Il nostro giudizio sulla Legge di Bilancio, come presentata dal Governo, è improntato alla massima cautela. Rimaniamo, quindi, in attesa del testo definitivo”. Lo si legge in un comunicato della CNA.

“Per ora – continua la nota - siamo soddisfatti perché non risulta nessun aggravio fiscale sulle imprese e viene accantonato l’aumento dell’Iva. Ci convincono, inoltre, gli interventi su tre grandi temi, più volte richiamati dalla CNA: l’accelerazione degli investimenti privati per riconvertire il sistema produttivo, la conferma degli ecobonus per riqualificare e ammodernare il patrimonio edilizio, la riduzione del cuneo contributivo sul lavoro”.

“Al momento ci preoccupa – sottolinea il comunicato – l’assenza di alcuni capitoli fiscali che stanno molto a cuore ad artigiani e piccole imprese, come dimostra un’indagine condotta tra 3mila nostri associati. Sono l’Imu sugli immobili strumentali, che colpisce ingiustamente  strumenti di lavoro come fossero seconde case; gli oneri e le imposte sulle bollette energetiche, che continuano a penalizzare i consumatori di piccola dimensione; l’Irap, di cui non vengono individuati i contribuenti che ne vanno esentati. Ci preoccupano, altresì, anche le anticipazioni su un possibile rinvio della reale operatività dell’Iri. Sullo sfondo rimane da definire il previsto obbligo di fatturazione elettronica nelle operazioni tra i privati, un provvedimento che modificherebbe radicalmente l’attuale sistema di determinazione del reddito d’impresa. Un misura che dovrà essere accompagnata dalla simultanea cancellazione di tutto il complesso impianto di adempimenti fiscali mirato a combattere l’evasione. Un tema sul quale la CNA chiede di aprire al più presto un confronto di merito tra tutti i protagonisti per preparare in maniera adeguata l’eventuale transizione al nuovo sistema”.

“Non ci sta bene infine - conclude la nota -  la riduzione del super ammortamento dal 140 al 130 per cento. Per l’ecobonus giudichiamo negativamente la riduzione di alcune agevolazioni e la mancata introduzione della possibilità di trasformare le detrazioni in credito di imposta. Le famiglie e le imprese debbono essere messe in condizioni di cedere il credito di imposta alle banche. Un meccanismo oggi previsto esclusivamente per gli incapienti e limitatamente ai lavori di riqualificazione energetica e dei condomini.”


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