Il 30 gennaio alle 21 al Teatro Duse di Bologna torna in scena nella versione originale ‘Otello, una delle produzioni di maggiore successo del Balletto di Roma a firma Fabrizio Monteverde, uno dei migliori autori italiani di danza. Sulle musiche di Antonin Dvořák, il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio.

Nell’immaginario comune la figura di Otello è indissolubilmente legata alla gelosia, all’estremizzazione di un sentimento malsano, a quel tipo di gelosia che può culminare in tragedia. A questa visione il coreografo Fabrizio Monteverde si accosta non solo rinunciando all’utilizzo del movente principale dell’azione, cioè la parola, ma moltiplicando esponenzialmente l’azione stessa, fino a far diventare il destino del singolo una pena generale. Come nella tragedia di William Shakespeare, anche nella coreografia di Monteverde, è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro e ad architettare la trama che condurrà quest’ultimo al folle atto finale. Attraverso la musica di Antonín Dvořák, Monteverde scava nella psicologia dei personaggi shakespeariani e fa dirigere l’azione, oltre che al sentimento principale della gelosia, alle peculiarità singole che ricava da quegli stessi personaggi. In questo modo, Desdemona si carica di quel potere seduttivo che nell’opera originale rimane presente esclusivamente nelle parole di Iago. Lo stesso scenario, nello spettacolo, cambia connotazioni e ruolo: non si sa più se la scena si svolga a Venezia o sul litorale dell’isola di Cipro. I personaggi di Monteverde sono trasportati in un ‘altrove’ in cui ognuno può essere ‘chiunque’ e dove, soprattutto, il ‘diverso’ non esiste. Così Otello perde, oltre che la parola, anche una delle connotazioni che lo caratterizzano maggiormente: il suo destino non è più solo il suo, ma coinvolge le coppie presenti sulla scena, attraverso l’uso frequente del canone nel quale il male, seppur in maniera slittata, colpisce tutti.

Il tema dello straniero lascia posto ad una violenza generale che pone l’accento sulle dinamiche relazionali dello scontro e del confronto fra uomo e donna, una riflessione sul perenne conflitto dei sessi nel quale, in questo caso, la donna resta sempre succube. Questo tipo di contrasto viene espresso anche nei passi che vedono solo gli uomini in scena, in particolare nei dialoghi danzati che interessano Otello e Iago, dove l’influenza negativa di quest’ultimo viene manifestata nei passi del danzatore, che a mano a mano che prosegue il duetto assorbe e riproduce le connotazioni dei movimenti del suo consigliere.

Lo spettacolo è tinto di rosso e nero, colori che reindirizzano la mente verso la passione e la morte, un leitmotiv che esprime un chiaro omaggio al regista tedesco Rainer Werner Fassbinder con particolare riferimento al film ‘Querelle de Brest’, del quale ritornano anche le connotazioni del ‘porto sconosciuto’. Una danza in cui la musica prende il posto della parola, contestualizzando la narrazione, in cui ogni coppia possiede la propria melodia.

I sentimenti contrastanti che animano la mente del protagonista vengono esaustivamente resi nell’ultimo pas des deux con la sua amata Desdemona, riprendendo alcuni dei passi che i due coniugi mostravano nella parte iniziale dello spettacolo, ma esprimendo un risentimento ed un ribrezzo che Otello non riesce più a controllare: la gelosia sta per prendere il sopravvento. Il dubbio del tradimento lo acceca a tal punto da non riuscire più a toccare la sua amata, non trova più in lei il luogo in cui può risiedere la fiducia del suo cuore.

Decaduta la fiducia, Desdemona è spogliata di ogni sua certezza, spogliata anche nelle vesti e condannata ad un destino del quale non fu autrice. Otello uccide la sua amata e, dopo aver ceduto alla disperazione sul corpo privo di vita, ripropone da solo la sequenza danzata con lei. Il mare, ancora vivo sullo sfondo, immagine delle passioni dirompenti che hanno animato tutto lo spettacolo, rimane simbolo dell’impossibilità di questi uomini di arrestare il caos che governa le loro passioni: un contrasto senza soluzione e senza fine.

BIGLIETTIAgli associati Cna è riservata la Riduzione RIDOTTO per l’acquisto di abbonamenti e singoli spettacoli della Stagione 2018/2019.

  Intero Ridotto Mini

 

Platea 33 euro  30 euro 28  euro    
Prima galleria e palchi         28 euro    25 euro    23,50  euro  
Seconda galleria          24 euro 22 euro    20 euro 

 

BIGLIETTERIA

Dal lunedì al sabato dalle ore 15 alle 19 e da un’ora prima l’inizio degli spettacoli.

Via Cartoleria 42, 40124 Bologna | 051 231836 | biglietteria@teatrodusebologna.it

On line: circuito Vivaticket

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