Pane artigianale, progetto di legge Cna: bene, va sostenuto e approvat

Pane artigianale, progetto di legge Cna: bene, va sostenuto e approvat

La Cna Agroalimentare di Bologna esprime soddisfazione per il Progetto di Legge regionale presentato questa mattina dal Partito Democratico, il cui obiettivo è valorizzare chi fa il pane artigianale e informare meglio chi lo consuma, ed auspica che la legge venga sostenuta ed approvata. Cna da sempre è impegnata per il sostegno e la tutela alle imprese che conservano attraverso generazioni la tradizione della produzione del pane artigianale, fortemente radicata nel territorio, con prodotti che ne esprimono la cultura e la tradizione.

I motivi per i quali Cna esprime un giudizio molto positivo su questo Progetto di Legge e applaude all’attenzione dei consiglieri firmatari del Progetto di Legge, sono cosi sintetizzati:

  • Il Progetto di Legge ha il fine di valorizzare la professionalità artigiana e le produzioni di qualità, nonché promuovere la modernizzazione e lo sviluppo dell'attività di panificazione, anche migliorando l'informazione al consumatore, detta norme per il riconoscimento delle diverse tipologie produttive e di vendita del pane.
  • inoltre recupera alcune definizioni per noi fondamentali quali “panificio” ad esempio come l'impresa di panificazione che svolge l'intero ciclo di produzione del pane, degli impasti da pane e dei prodotti da forno assimilati, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale; “forno di qualità artigianale”; “pane frescoil pane che sia stato preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione od alla conservazione prolungata di materie prime ed impasti; “pane conservato” il prodotto che non ha le caratteristiche di cui al precedente punto; prodotto “intermedio di panificazione” l’impasto da pane crudo, preformato o non, lievitato o non, destinato alla conservazione prolungata e alla successiva cottura per l’ottenimento del prodotto finale pane. E’ da considerarsi tale l’impasto sottoposto a congelamento, surgelazione o ad altri metodi di conservazione che mantengano inalterate le caratteristiche del prodotto intermedio per prolungati periodi di tempo, determinando un’effettiva interruzione del ciclo produttivo.
  • Individua il responsabile dell'attività produttiva ovvero di colui il quale garantisce il rispetto delle regole di buona pratica professionale, l'utilizzo di materie prime in conformità alle norme vigenti, l'osservanza delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché la qualità del prodotto finito.
  • Individua le modalità di vendita: il pane fresco ed il pane conservato sono posti in vendita in scomparti appositamente riservati e fra loro separati; il pane fresco deve essere venduto entro ventiquattro ore dalla conclusione del processo produttivo e gli scaffali di vendita devono essere contrassegnati dalla dicitura “pane fresco”; il pane conservato è posto in vendita confezionato. La confezione riporta le indicazioni previste dalle norme in materia di etichettatura e, ben visibile, la dicitura “pane conservato”, seguita dall’indicazione dello stato o del metodo di conservazione utilizzato, nonché dalle eventuali modalità di conservazione e di utilizzo. L’etichetta deve comunque indicare il luogo di origine o di provenienza dell’impasto e del prodotto, la data di produzione e la ragione sociale del produttore. Nel caso di prodotto surgelato, l’etichetta dovrà riportare inoltre le indicazioni previste dalla normativa vigente in materia di prodotti alimentari surgelati, nonché la menzione “surgelato”.

La Regione, al fine di promuovere e valorizzare la qualità artigiana del pane e dei prodotti da forno realizzati dagli artigiani emiliano-romagnoli, sostiene con specifici contributi le iniziative promozionali quali la  “Giornata del pane e dei prodotti da forno”, e altre azioni finalizzate alla tracciabilità del prodotto. I Comuni hanno la competenza sulla vigilanza dell’applicazione della presente legge oltre a quella delle Asl. Con le seguenti sanzioni amministrative: da 1.000 a 15.000 euro.

L’auspicio e l’impegno di Cna Agroalimentare resta concentrato sulla possibilità di estendere poi questa legge a tutto il territorio nazionale al fine di poter uniformare le normative che ad oggi insistono sui diversi territori regionali a macchia di leopardo.


Chat on Whatsapp