Raccolta fondi Cna: 30.000 euro per accogliere i profughi ucraini

Raccolta fondi Cna: 30.000 euro per accogliere i profughi ucraini

L’iniziativa bolognese è durata un mese ed ha visto la collaborazione di Banca di Bologna, BCC Felsinea ed Emil Banca

 

Sono quasi 30.000 euro i fondi raccolti da Cna Bologna per l’accoglienza dei profughi ucraini a Bologna. Un dono di Cna, delle sue imprese, dei suoi dipendenti in questo periodo pasquale.

“Il popolo ucraino è un popolo che soffre, che deve fuggire dalla guerra, che sta chiedendo riparo e solidarietà. Bologna lo sta accogliendo, diamo il nostro contributo. È stato questo l’invito che abbiamo lanciato alle imprese e ai dipendenti Cna– spiega Antonio Gramuglia, Presidente Cna Bologna -. Alla raccolta fondi di Cna Bologna hanno collaborato Banca di Bologna, BCC Felsinea ed Emil Banca. Il ricavato verrà devoluto alle organizzazioni pubbliche che stanno aiutando le famiglie ucraine in arrivo sul nostro territorio”.

La raccolta fondi di Cna Bologna è iniziata il mese scorso e adesso “passa il testimone” ad una campagna, sempre a favore dei profughi dell’Ucraina, lanciata dalla Cna nazionale. Insieme ad altre organizzazioni datoriali e sindacali, Cna nazionale ha infatti siglato un Accordo di solidarietà, finalizzato a sostenere la popolazione ucraina. È stato attivato un conto corrente nel quale sarà possibile fare confluire i contributi volontari delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese, nella misura e nelle modalità che gli stessi riterranno più opportuni.

“Tutto il sistema Cna – conclude Antonio Gramuglia – sta dunque mostrando una grande attenzione e sensibilità verso il dramma che sta vivendo la popolazione ucraina. Alle raccolte fondi vanno anche aggiunte le disponibilità manifestate dalle imprese bolognesi ad assumere profughi dall’Ucraina e ad ospitare famiglie nelle case di imprenditrici ed imprenditori. Le nostre imprese amano la pace, sono consapevoli che questa guerra sta ulteriormente impoverendo una economia già colpita duramente dagli effetti del covid. Ma al di là dell’impatto economico, le nostre imprenditrici ed imprenditori vedono la sofferenza di chi fugge dalle bombe e tendono loro una mano, come è nello spirito dell’artigianato”.

 

 



 


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