Regolamento prove qualifica di restauratore anche per collaboratori

Regolamento prove qualifica di restauratore anche per collaboratori

E’ stato pubblicato il decreto interministeriale con il quale vengono disciplinate le modalità di svolgimento della prova di idoneità, con valore di esame di Stato abilitante, finalizzata al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali.

Le prove di idoneità sono riservate:

  • coloro i quali abbiano acquisito la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali ai sensi del comma 1-sexies dell’articolo 182 e abbiano superato una prova preselettiva, con le modalità previste dal decreto di cui all’articolo 3 comma 1;
  • coloro i quali, entro il termine e nel rispetto della condizione previsti dal comma l-ter dell’articolo 182 del Codice, abbiano conseguito le lauree della classe:

- 41 (Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali), L-43 (Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali),
- le lauree specialistiche della classe 12/S (Conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico),
- le lauree magistrali della classe LM- 11 (Conservazione e restauro dei beni culturali), ovvero i diplomi accademici di primo e di secondo livello sperimentali in restauro rilasciati dalle Accademie di belle arti, attraverso un percorso di studi della durata complessiva di almeno cinque anni,
- i diplomi in restauro delle accademie di durata quadriennale equiparati ai diplomi accademici di II livello dalla legge finanziaria del 2013.

I soggetti di cui alla presente lettera sono ammessi direttamente alla distinta prova di idoneità tecnico-pratica.

LE PROVE DI IDONEITÀ

Il decreto interministeriale stabilisce due distinte prove di idoneità a seconda dei soggetti che fanno domanda. Tali prove sono indette con decreto del Mibac, di concerto con il Miur, da pubblicare nella serie “Concorsi ed esami” della Gazzetta Ufficiale. 

La domanda di partecipazione deve essere presentata entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto e completa della documentazione richiesta dal bando. Nella domanda, i soggetti interessati dovranno indicare i settori di competenza di interesse, per un massimo di due settori. Il decreto contiene un allegato contenente i settori che possono essere inseriti nella domanda di partecipazione al concorso.

LE PROVE D’ESAME

Le prove consistono in una verifica delle competenze teoriche, pratiche e progettuali in materia di lavori di restauro, a seconda dei settori di competenza scelti. 

In particolare, si prevedono due prove, una teorica e una tecnico-pratica. La prima tipologia di soggetti a cui si rivolge il decreto interministeriale dovranno svolgerle entrambe mentre per la seconda tipologia di soggetti è prevista solo la prova tecnico-pratica. 

La prova teorica consiste in un test articolato in sessanta quesiti a risposta multipla sulla legislazione dei beni culturali e sulle materie definite dall’allegato B al decreto. La prova teorica sarà proposta dalle Università, dalle Scuole di alta formazione del Mibac e dalle Accademie accreditate. 

La prova tecnico-pratica si articola in 12 diversi ambiti di competenza e prevede la progettazione dettagliata, in materiali e metodi, di un intervento di restauro avente ad oggetto un manufatto, un complesso di manufatti o un bene architettonico decorato. Saranno l’Istituto Superiore per la 

Conservazione ed il Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure e l’Istituto centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario a definire la traccia dell’elaborato.

DOCUMENTAZIONE: >>> D.I. 19 LUGLIO 2019 MIBAC MIUR REP. 335


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