Cna contro reverse charge e split payment
gio 05 feb 2015REVERSE CHARGE E SPLIT PAYMENT, LOTTA ALL’EVASIONE A SPESE DEGLI ONESTI
Per colpire l’evasione IVA, lo si fa a spese degli imprenditori che, lavorando nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie ed in alcuni comparti della distribuzione organizzata, o con gli enti pubblici, vedono maturare crediti IVA talmente alti che non è possibile compensare. Reverse charge e split payment impongono una procedura burocratica onerosa per il rimborso dei crediti IVA che legittimamente spettano alle imprese e con tempi d’attesa troppo lunghi.
NO FRENI ALLA RIPRESA
La fatturazione elettronica è stata introdotta proprio per combattere l’evasione dell’IVA e pertanto:
• Dal prossimo mese di marzo, con l’introduzione obbligatoria della fatturazione elettronica per tutte le operazioni con la P.A., lo split payment va abrogato.
• La scelta di adottare la fatturazione elettronica tra imprese deve escludere l’applicazione del reverse charge.
CHIEDIAMO A GOVERNO E PARLAMENTO
DI INTERVENIRE SUBITO
Cosa sono reverse charge e split payment
Il meccanismo del reverse charge (o inversione contabile), in base al quale l’obbligo del versamento dell’IVA all’Erario si trasferisce dal cedente al cessionario, è stato esteso ai “servizi di pulizia, demolizione, installazione impianti, completamento di edifici”. Ad oggi l’ambito applicativo di tale estensione non è assolutamente chiaro e sull’argomento Ufficio Politiche Fiscali di Cna Nazionale ha avanzato richieste di chiarimento e semplificazione all’Agenzia delle Entrate.
Lo split payment (letteralmente scissione del pagamento) è invece il nuovo meccanismo in base al quale le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi, anche se non risultano soggetti passivi Iva, devono versare direttamente all’Erario l’IVA che è stata addebitata loro dai fornitori.
E’ chiaro che l’obiettivo del legislatore per entrambi gli istituti sia quello di limitare l’evasione dell’Iva spostando l’obbligo del versamento da chi effettua la prestazione a chi la riceve, ma con il rischio di creare situazioni creditorie IVA croniche sulle imprese; infatti:
- il reverse charge elimina l’onere del versamento Iva su che esegue la prestazione, mantenendo però il diritto alla detrazione dell’Iva pagata ai propri fornitori , creando situazioni strutturali di credito Iva (in quanto l’Iva a credito pagata ai fornitori non trova più corrispondente Iva a debito relativa alle fatture emesse)
- nello split payment chi effettua operazioni Iva nei confronti di enti pubblici emette fattura con Iva ma il relativo versamento viene eseguito dall’ente pubblico che riceve la prestazione; considerato che anche lo split payment non prevede limitazioni alla detraibilità dell’Iva pagata ai fornitori, l’impresa maturerà una stabile situazione creditoria Iva.
Cna, con Rete Imprese Italia, ritiene che l’estensione del reverse charge e l’introduzione dello split payment quali strumenti di lotta all’evasione Iva aggravino ulteriormente la situazione finanziaria di coloro che operano nei settori coinvolti e che ancora una volta per colpire pochi evasori si penalizzano tutte le imprese che si comportano correttamente, e chiede di accelerare i tempi dei rimborsi per le imprese che applicano il reverse charge e lo split payment eliminando tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo in compensazione dei crediti Iva. Le Sedi Cna sono a vostra disposizione per chiarimenti e dettagli operativi.