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Imprese degli immigrati in crescita nonostante crisi

ven 10 lug 2015

La crisi economica non arresta la crescita delle imprese condotte da lavoratori immigrati che, anche nel 2014, fanno registrare un aumento superando il mezzo milione di unità (precisamente 524.674) incidendo così per 8,7% sul totale delle imprese registrate nelle Camere di Commercio.
E’ questo il dato di sintesi più significativo fornito dalle anticipazioni del Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2015, che il Centro Studi e Ricerche IDOS sta curando, con il supporto della Cna e di MoneyGram, e che verrà presentato nel prossimo autunno.
Un dato valutato positivamente dal Presidente nazionale di Cna Daniele Vaccarino: “Siamo di fronte ad andamenti che attestano un timido inizio di ripresa, più marcato per gli imprenditori  immigrati. E’ un segnale positivo – conclude Vaccarino –  che dimostra una volontà di integrazione e di emersione dal sommerso che va sostenuta e incoraggiata”.
Specificamene, le imprese “censite” sono quelle condotte da lavoratori immigrati, ovvero quelle in cui il titolare, nel caso delle ditte individuali, o la maggioranza dei soci e degli amministratori sono nati all’estero.
Imprese che, dopo un aumento di oltre 43mila unità tra il 2011 e il 2013 (+9,5%), crescono anche nel 2014 di quasi 28mila imprese (+5,6% sull’anno precedente) confermando lo spiccato dinamismo di questa parte del tessuto imprenditoriale del Paese (6.041.187 il numero totale delle imprese alla fine del 2014) di cui rappresenta – si rileva nelle anticipazioni – ormai una componente strutturale e dinamica di assoluto rilievo per sostenerne gli equilibri in questa fase di prolungata difficoltà.
A conferma di questo trend, il saldo positivo tra tutte le imprese iscritte e quelle cancellate dai registri camerali nel corso dell’anno (il migliore dal 2010) che si lega in larga parte proprio alle attività guidate da cittadini nati all’estero, che hanno inciso per quasi un quinto sull’insieme delle iscrizioni (18,1%) e per poco più di un decimo su quello delle cancellazioni (10,9%).
A trainare la crescita delle attività imprenditoriali dei migranti è il settore dei servizi che, con 22mila imprese in più rispetto al 2013 (+7,5%), copre l’80% dell’intera crescita annuale. E al suo interno: il comparto commerciale (+13mila e +7,3%), quello del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+3.500), che si distingue anche per il maggiore incremento in termini relativi (+15,1% nell’ultimo anno), e le attività di alloggio e ristorazione (+2.900 e +8,1%).
Il commercio (oltre 188mila imprese registrate alla fine del 2014, il 35,8% del totale), insieme all’edilizia (quasi 128mila, 24,3%) continua a rappresentare il principale ambito di attività. È però nel comparto del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese che, per la prima volta nel 2014, si registra la più alta incidenza delle imprese a conduzione immigrata sul totale: 15,4%, un valore quasi doppio rispetto alla media (8,7%) e superiore anche a quello proprio dell’edilizia (14,8%). Come a dire che oggi, in Italia, oltre 1 impresa ogni 7 di quelle operanti nei due comparti è gestita da lavoratori immigrati. Nel commercio lo stesso rapporto è di 1 ogni 8, tra le attività di alloggio e ristorazione di 1 ogni  11. Sempre più spesso, inoltre, anche i migranti avviano forme d’impresa più complesse e strutturate sotto l’aspetto societario. In 8 casi su 10 le attività da loro controllate sono costituite come imprese individuali ma a crescere in termini relativi sono soprattutto le società di capitali (+14,5% sul 2013), che nel 2014 coprono il 10,8% del totale.
La distribuzione territoriale evidenzia la netta concentrazione nelle aree centro-settentrionali, dove le imprese condotte da immigrati operano in più dei tre quarti dei casi (77,8%) e hanno un’incidenza media sull’insieme delle imprese iscritte nelle locali Camere di Commercio di un decimo (10,1%).
Si riscontrano anche incidenze superiori, il valore è pari a un ottavo in Toscana (12,1%) e a un nono in Liguria (11,2%). Sono la Lombardia e il Lazio, però, le principali regioni di insediamento delle imprese di immigrati in Italia: 167mila in tutto, quasi un terzo del totale nazionale (31,8%), maggiormente concentrate sul territorio lombardo (19,0%) e, a livello provinciale, nell’area romana (10,9%).
Riguardo ai diversi gruppi nazionali, a distinguersi per il maggior numero di cariche imprenditoriali all’interno delle imprese individuali continuano ad essere i marocchini, con  il 15,2% delle cariche (complessivamente 427mila, secondo i dati Sixtema/CNA), tradizionalmente concentrati nel commercio (74,1%). Seguono cinesi e romeni (11,2% ciascuno): i primi distribuiti soprattutto tra il comparto commerciale (40,9%), quello manifatturiero (34,9%) e i servizi di alloggio e ristorazione (12,1%), i secondi fortemente concentrati nell’edilizia (66,5%).
Riguardo ai più accentuati ritmi d’aumento i primi sono, invece, i bangladesi, che, continuando il trend positivo dell’ultimo quinquennio, nel 2014 hanno fatto registrare una crescita del +28,3% (ovvero quasi 6mila titoli in più) delle cariche loro intestate nell’ambito di imprese individuali). Notevole anche l’aumento dei pakistani e dei nigeriani (rispettivamente +19,9% e +19,1%).