Legacoop e CNA chiedono “ancora più Europa”
lun 03 nov 2025
Ci vorrebbe più Europa e politiche di bilancio europee attente a questa fase di transizione economica e allo sviluppo delle imprese cooperative e delle piccole e medie imprese sui mercati internazionali.
Ci vorrebbe più Europa e strumenti di formazione europei adatti per rispondere alle esigenze delle piccole imprese e del mondo cooperativo: reperire manodopera qualificata, favorire la mobilità dei giovani imprenditori all’estero, agevolare il passaggio generazionale.
Sono queste le priorità indicate da Legacoop Bologna e CNA Bologna nel convegno che si è svolto lunedì 3 novembre in Sala Borsa “Ci vorrebbe l’Europa. Cantiere territoriale per l’Europa di domani”.
Le Pmi e le cooperative bolognesi parlano già europeo, come dimostrano i dati portati al convegno da Unioncamere Emilia-Romagna: negli ultimi 25 anni il Pil di Bologna è cresciuto del 16%, l’export dell’81%. Il 73% delle cooperative bolognesi e il 54% delle aziende artigiane bolognesi sono esportatrici abituali. Ma, secondo Unioncamere, i dazi statunitensi potrebbero determinare un calo delle esportazioni attorno ai 390 milioni di euro.
La propensione europea di cooperative e Pmi artigiane verso l’Europa, in particolare l’interesse verso le politiche della formazione, si è concretizzato nella proposta di un bando per favorire i giovani imprenditori, dedicato alla memoria di Sofia Corradi, soprannominata “mamma Erasmus” in quanto ha ideato e costruito il programma Erasmus per l’interscambio degli studenti fra le università europee.
CNA: Un nuovo programma Erasmus dedicato alla mobilità in Europa dei giovani imprenditori
“Sarebbe importante se venisse realizzato un nuovo programma Erasmus dedicato alla mobilità in Europa dei giovani imprenditori – conferma Antonio Gramuglia, presidente CNA Bologna – È anche un appello che facciamo al mondo universitario, perché si lavori insieme a programmi di formazione europei strutturati, a misura di Pmi e imprese cooperative. In questo modo potremmo dare una risposta alle esigenze concrete delle imprese artigiane: le difficoltà nel reperire manodopera qualificata, nell’intercettare i canali europei per la formazione, nel favorire il passaggio generazionale prima che tante imprese storiche chiudano per mancanza di eredi. Insomma, occorre una visione pragmatica su come costruire, insieme a università e istituzioni, un ecosistema formativo più aderente ai bisogni del sistema produttivo”.
Legacoop: preoccupati per la proposta del budget europeo 2028-2034, la cui struttura mette in discussione il progetto unitario
“Con questa iniziativa abbiamo anche voluto esprimere le nostre preoccupazioni relativamente alla proposta del budget europeo 2028-2034, la cui struttura mette in discussione il progetto unitario, oltre a ridurre nei fatti le risorse investite per la crescita. La statalizzazione della gestione delle risorse, l’eliminazione dell’interlocuzione diretta con le Regioni e le Città Metropolitane, cioè con i soggetti che hanno dimostrato maggiore efficienza nell’uso delle risorse europee e sono più vicine ai cittadini e alle imprese, ci preoccupa moltissimo. Noi chiediamo più Europa, un’Europa più partecipata dai cittadini e che dialoghi con le imprese, capace di farsi interprete di uno sviluppo equo e inclusivo, attento alle esigenze dei territori – afferma Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna – Legacoop con le sue associate guarda ai giovani come interlocutori indispensabili; il bando che lanciamo insieme a Cna non è solo un doveroso omaggio a Sofia Corradi, ma un investimento sui giovani che hanno le loro prospettive nell’Europa unita e senza confini, un’idea di Europa che ha nel programma Erasmus una delle sue incarnazioni più belle”.
Il convegno “Ci vorrebbe l’Europa” in Sala Borsa
Il convegno in Sala Borsa è stato aperto dai saluti del sindaco Matteo Lepore e dal segretario generale della Camera di Commercio di Bologna Giada Grandi. Dopo l’apertura di Claudio Pazzaglia, direttore generale di CNA Bologna, sono intervenuti relatori che hanno approfondito diversi temi strategici sul futuro delle cooperative e delle Pmi in Europa.
Federico Casolari, direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, ha parlato di “Europa fra nuova globalizzazione e frammentazione geoeconomica”, seguito da Guido Caselli, direttore del Centro Studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha portato la sua analisi su “Emilia-Romagna: import ed export nel mercato europeo e globale”.
“Cosa può fare l’Europa per le Piccole e Medie imprese e per le Cooperative?”. Su questa domanda e sulle politiche di bilancio dell’Unione Europea, ne hanno discusso Andrea Brasili, senior economist dell’European Investment Bank; Paolo Venturi, direttore di AICCON Research Center; Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna.
“Giovani ed Europa: la formazione tra Università e Mondo dell’Impresa” è stato invece il tema del successivo talk al quale hanno partecipato Vito Borrelli, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Maria Letizia Guerra, delegata del Rettore per l’impegno pubblico, Unibo; Antonio Gramuglia, presidente CNA Bologna.
I dati Unioncamere sull’export del Made in Bo
Tornando ai dati Unioncamere sulla propensione di cooperative e Pmi bolognesi all’export, i settori che hanno più esportato rispetto allo scorso anno sono l’agricoltura (+72,3%), il legno e la carta (+21,5%), la chimica (+22%). Se Stati Uniti e Germania sono i paesi con la quota export più elevata, le nazioni che hanno visto maggiormente crescere l’export made in Bo sono la Cina (+20,6%) e l’Australia (+17,2%). Per Unioncamere sono 1.465 le Pmi bolognesi che hanno esportato negli ultimi 5 anni, 158 le imprese cooperative. Dal 2019 al 2024 l’export delle Pmi artigiane è cresciuto del 16,8%, quello delle imprese cooperative del 38,8%. Ma con l’effetto dei dazi statunitensi, primo partner commerciale di Bologna, questi numeri potrebbero cambiare.