Lotta all’evasione per identificare chi affitta ai turisti in modo irregolare, semplificare il regolamento sulla tassa di soggiorno ed evitare un suo aumento annunciato, equiparare la Tari di chi affitta la propria casa ai turisti con quella di ogni altra abitazione. E ancora incentivare il turismo in periferia, sperimentare contratti integrati studenti/turisti, mettere in campo politiche attive per chi affitta a medio/lungo termine.

Ma soprattutto valorizzare il ruolo di chi in questi anni, affittando per periodi brevi ai turisti con uno stile di accoglienza su misura dell’ospite, prendendosi cura dei viaggiatori, ha contribuito ad uno sviluppo del turismo di qualità a Bologna, che non a caso registra ogni anno dei risultati record in termini di arrivi di turisti.

Queste ed altre richieste fanno parte del “Decalogo di proposte degli artigiani del turismo”, che Cna Bologna e gli host associati a Local Pal presentano pubblicamente ed inviano al Comune di Bologna e a tutti gli Enti ed Istituzioni interessate al turismo a Bologna.

Local Pal è una associazione che rappresenta 200 soci attivi ed una community di circa 600 persone a Bologna: i cosiddetti “host”, in sostanza sia i privati i quali affittano le loro abitazioni per brevi periodi ai turisti attraverso prenotazioni digitali su piattaforme come AirBnb, che i Bed and Breakfast. Si stimano in circa un migliaio le abitazioni che mettono in affitto a Bologna e area metropolitana.

Spesso al centro dell’attenzione e non sempre nella giusta modalità, come quando si indica nell’affitto breve ai turisti una delle cause principali della diminuzione di alloggi a disposizione di chi turista non è, come gli studenti. In realtà, la percentuale delle abitazioni date in uso turistico rispetto al patrimonio immobiliare bolognese privato è una percentuale minima. Se dunque queste abitazioni fossero messe nel circuito delle locazioni tradizionali, il problema della mancanza di alloggi non verrebbe risolto.

“Noi host – spiega Letizia Campo di Costa, Presidente di Local Pal – non ci limitiamo ad affittare degli spazi, ma accogliamo e condividiamo coi viaggiatori le nostre abitazioni e un pezzo della nostra vita. I nostri ospiti non cercano semplicemente un’alternativa economica ad un hotel, ma la possibilità di vivere Bologna e sentirsi bolognesi per qualche giorno. Le nostre strutture sono in tutta la città e non solo nel centro storico, quindi contribuiamo a tenere vivi i quartieri di Bologna, anche quelli dove i turisti mai andrebbero”.

Gli host di Local Pal infatti per il 50% affittano nel centro storico, per il 30% negli altri quartieri, per il 20% negli altri Comuni bolognesi. L'affitto è una integrazione al loro reddito, spesso valorizzano appartamenti di famiglia, di recente sono numerosi i giovani senza lavoro che con aiuti acquistano una casa e la mettono in affitto breve ai turisti.

“Coi numeri che fanno gli host – aggiunge Paolo Carati, Presidente Area Bologna Città Cna - questi artigiani del turismo sono praticamente la più grande struttura ricettiva di Bologna e per questo pensiamo che abbiano un ruolo importante nello sviluppo del turismo in città e meritino ascolto ed attenzione. Cna è al loro fianco e sta incontrando le Istituzioni cittadine affinché le richieste e proposte degli host di Local Pal diventino una realtà concreta”.

Ecco dunque il decalogo di proposte e richieste degli “Artigiani del turismo bolognese".

1) Lotta all'evasione e al sommerso
Controlli sistematici per identificare chi affitta senza nemmeno avere provveduto alla comunicazione presso il Comune di Bologna. Attualmente gli unici controlli che risultano sono a carico di chi è già in regola, generando frustrazione da parte degli operatori regolari.

2) Tassa di soggiorno semplice e senza aumenti
Occorre superare le distorsioni dell'attuale regolamento sulla tassa di soggiorno. estendendo il sistema di tassazione percentuale a tutte le strutture ricettive, indipendentemente dal regime fiscale del gestore e dalla modalità di prenotazione del turista. Local Pal ha collaborato col Comune per attivare una convenzione tra amministrazione comunale e AirBnb che raccoglie e trasferisce al Comune l'imposta dovuta dal viaggiatore. Peró mentre per gli alberghi la tassa è calcolata su importi fissi per fasce di costo, per gli host la tassa è basata su una percentuale sull'importo pagato.
Questo crea complessità per gli operatori e un turista può pagare imposte molto differenti per alloggi simili se i gestori hanno regimi fiscali diversi.
Quattro turisti che soggiornano una notte con corrispettivo di 90 euro con AirBnb pagano il 6% ovvero 5,5 euro in quattro, se arrivano in altro modo col sistema a fasce pagano 12 euro in quattro.
Sono stati annunciati dal Comune aumenti per la tassa di soggiorno sugli affitti privati tramite AirBnb, è auspicabile che il Comune abbia cambiato idea.

3) Tari, "questa casa non è un albergo"
Equiparare l'aliquota Tari a cui sono sottoposte le attività ricettive realizzate nelle abitazioni private, a quella residenziale. In pratica oggi chi affitta la casa ai turisti paga la Tari come se fosse un albergo ma senza ricevere lo stesso servizio di raccolta rifiuti personalizzata, l'host deve infatti selezionare i rifiuti e portarli alla raccolta differenziata di persona, secondo i giorni programmati per la raccolta, come tutti i cittadini.
Quindi per noi la Tari dovrebbe essere la stessa che paga ogni cittadino residente.

4) Utilizzo portali prenotazione internet per B&B
Superare l'illegittima delibera regionale sul divieto di usufruire dei portali di prenotazione su internet per i Bed and Breakfast: temendo quella sanzione le persone sono spinte a stare al 100% in nero e si rischia di creare confusione e quindi evasione. Mentre invece sarebbe una formula efficace per aumentare la ricettività.

5) Codice identificativo unico
Introdurre l'obbligo di pubblicare il numero di protocollo Scia/Dia in tutti gli annunci relativi a strutture ricettive, una misura che dovrebbe essere di livello nazionale con l'attribuzione di un Codice Identificativo Unico per le strutture a locazione turistica e l'obbligo di pubblicarlo da parte dei portali che prenotano via internet. In questo modo si favorisce chi fa le cose in regola e si tutela il viaggiatore.

6) Semplificazione
Semplificare le procedure per stare in regola, creando un portale unico per la comunicazione (collegando "alloggiatiweb" della Questura, "Turismo 5" della Regione e "Federa" per l'imposta di soggiorno), cosa che faciliterebbe notevolmente anche i controlli tra enti.

7) Turismo di periferia
Incentivare il turismo di periferia, per ridurre la pressione sul centro, con eventi e luoghi di aggregazione, così la presenza di host nelle periferie potrebbe ulteriormente incentivare itinerari che valorizzano patrimoni storico culturali meno noti.

8) Integrazione turisti e studenti
Sperimentare contratti integrati di affitto per turisti e studenti, con la formula ad esempio della settimana corta per studenti e week end per turisti nella stessa abitazione.

9) Facilitazioni per turisti in periferia
Attivare ad esempio facilitazioni per i parcheggi e prevedere sconti sul trasporto pubblico per i turisti che soggiornano fuori del centro storico.

10) Incentivi affitti medio periodo
Incentivare i proprietari che passano da locazione turistica ad affitti di medio periodo come Erasmus, specializzazioni ecc. Ad esempio, azzerando Imi e Tari per i primi due anni.


Chat on Whatsapp