Una decina di lavatrici già portate allo smaltimento dai loro proprietari. Lavatrici invece che dopo la raccolta differenziata sono state ricondotte a nuova vita: rigenerate, funzionanti e sono pure diventate “solidali”. Oggi, infatti, verranno donate alle famiglie di profughi che sono ospitate in Appennino, nei Comuni di Monghidoro, Loiano, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro. Quella degli “elettrodomestici solidali”, oltre ad essere un’azione concreta di eco-solidarietà, vuole anche diventare un modello con due obiettivi: da un lato verificare l’applicabilità di nuove modalità di raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) da avviare successivamente a linee di preparazione per il loro riutilizzo, destinate alle fasce in sofferenza economica e sociale del territorio metropolitano.

Dall’altro può diventare uno stimolo per avvicinare i giovani al mestiere del riparatore di elettrodomestici, un mestiere che rischia di essere esercitato sempre da meno artigiani, mentre al contrario in una logica di economia circolare di recupero degli elettrodomestici può tornare ad essere un’attività con un futuro molto interessante.

Protagonista di questa iniziativa è l’azienda Dismeco srl, con sede a Marzabotto, specializzata nello smaltimento e trattamento dei Raee – Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Dismeco rappresenta una realtà unica nel panorama del settore per la capacità professionale ed operativa relativamente al trattamento dei rifiuti tecnologici. Capacità che si presta, in ragione della specifica modalità esecutiva, a garantire non solo una demolizione accurata dei rifiuti ma a realizzare progetti di preparazione per il riutilizzo e successiva re-immissione sul mercato di rinnovate apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Fondamentale il ruolo di Hera spa, intervenuta in conferenza stampa con Stefano Amaducci, impegnata sui temi dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Hera si impegna a prestare attenzione alla vita delle comunità in cui opera e ad ascoltare le sollecitazioni anche realizzando progetti in partnership col territorio capaci di generare impatti ambientali e sociali tangibili e misurabili. Nel contesto di questa azione degli “elettrodomestici solidali”, Hera ha messo a disposizione le sue stazioni ecologiche da cui sono state prelevate le lavatrici poi rigenerate e destinate alle famiglie ucraine.

Cna Bologna si è immediatamente resa disponibile a questo progetto, grazie all’azione dei suoi artigiani, in particolare quella di Gabriele Ocasti, Presidente Riparatori Elettrodomestici Cna Bologna, che personalmente si è occupato della rigenerazione degli “elettrodomestici solidali”. Un’azione concreta e anche “di sviluppo”, in quanto riproducendo questa iniziativa su larga scala le opportunità per chi si avvicina a questo mestiere potrebbero allargarsi. Diventa importante allora creare una “Academy” in cui grazie all’esperienza di Ecipar, l’ente di formazione Cna Bologna, i giovani verrebbero formati a questo mestiere. Una Academy che potrebbe essere ospitata proprio da Dismeco, dove vengono raccolti gli elettrodomestici “scartati” e pronti per una nuova vita.

Questa idea di “rigenerazione solidale” è stata raccolta dai Comuni di Monghidoro, Loiano, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno che hanno identificato le famiglie fuggite dalla guerra in Ucraina, ospitate presso questi Comuni montani, alle quali elettrodomestici perfettamente funzionanti diventano particolarmente utili.

A chiudere il cerchio virtuoso di questa esperienza, la BCC Felsinea che generosamente ha donato un contributo di 2.000 euro per sostenere i costi di questo progetto solidale, come ha spiegato Andrea Rizzoli, Presidente BCC Felsinea.

“Abbiamo messo a disposizione le competenze dei nostri associati appartenenti ad un mestiere antico, quello dei riparatori di elettrodomestici – ha dichiarato Claudio Pazzaglia, Direttore Cna Bologna -. Adesso i tempi di consumo degli elettrodomestici sono molto veloci, però possono essere riassemblati con le componenti utilizzabili. La funzione di Cna è quella di creare opportunità di lavoro attorno a questa strategia di recupero. Attraverso il nostro ente di formazione Ecipar vorremmo creare un’Academy per il mestiere di riparatore elettrodomestici che con la formazione possa favorire nuova occupazione in un mestiere che potrebbe avere molto spazio in futuro grazie all’economia circolare”.

“In collaborazione con Hera abbiamo ritirato elettrodomestici portati allo smaltimento e li abbiamo passati alla rigenerazione – aggiunge Claudio Tedeschi titolare di Dismeco srl -. Il nostro impegno è creare una catena del valore dove il rifiuto torni ad essere oggetto funzionante, con una logica di solidarietà. Siamo convinti che una buona parte degli elettrodomestici portati allo smaltimento possano tornare a funzionare”.

“Gli obiettivi di questo progetto sono davvero encomiabili – commenta Barbara Panzacchi, Sindaco di Monghidoro e Consigliere delegato Città Metropolitana, intervenuta alla conferenza stampa con i Sindaci di Loiano Fabrizio Morganti, Monzuno Bruno Pasquini e San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni – unire il riutilizzo dei rifiuti nella logica dell’economia circolare con lo spirito solidaristico per adesso rivolto ai profughi ucraini e successivamente alle persone in difficoltà a causa della crisi. Attualmente ogni nostro Comune ospita circa 40 profughi, ma crediamo che il numero sia destinato a salire”.


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