In tre anni 523 persone si sono rimesse in gioco grazie a Insieme per il lavoro, il progetto che porta la firma del sindaco di Bologna, Virginio Merola, e del cardinale Matteo Zuppi, nato con il proposito di dare un'opportunità di lavoro ai disoccupati di lungo termine e alle persone fragili. A tre anni dal varo del progetto e all'inizio dell'ultimo anno di sperimentazione, in vista di un rilancio nel 2021, Comune e Curia, assieme alle associazioni di categoria e ai sindacati, hanno fatto un bilancio e guardato al futuro. Con un'ambizione: che Insieme per il lavoro possa diventare un pezzo del nuovo patto per il lavoro, primo punto del programma di governo di Stefano Bonaccini, appena riconfermato alla guida dell'Emilia-Romagna. "Abbiamo accumulato una notevole esperienza su cosa significhi lavorare sull'impiegabilità delle persone. E' un'esperienza che offriamo", dice Merola.

"I risultati dimostrano che l'intuizione era giusta. E' stato fatto uno sforzo non indifferente, perchè le persone coinvolte dal progetto sono quelle che non ce l'avrebbero fatta. Questi risultati ci debbono spingere a guardare il futuro, valutando come continuare anche in relazione al patto di lavoro regionale", conferma Zuppi.

Cna ed Ecipar collaborano con successo

Cna attraverso la propria società di formazione Ecipar Bologna ha collaborato con il tavolo “Insieme per il lavoro” portando a termine un corso tecnico professionale che ha garantito l’occupazione del 90% degli allievi tutti beneficiari del tavolo IPL all’interno delle nostre imprese artigiane.

Altre attività formative sono in preparazione. Cna è soddisfatta del modello di collaborazione integrata tra istituzioni pubbliche e parti sociali posto in essere. Pertanto ritiene che tale modello possa essere esteso anche ad altre istituzioni nelle politiche attive, uscendo anche dalla dimensione geografica della Città Metropolitana di Bologna come applicazione virtuosa che può trovare legittimazione nel patto per il lavoro, modellizzare i servizi per il lavoro e supportare gli obiettivi di occupazione reddito di cittadinanza. Per queste ragioni Cna ha dichiarato che è fortemente favorevole al rinnovo di tale accordo per il 2020.

"La scommessa era rimettere sul mercato del lavoro le persone più deboli. Per questo strumento è da valutare anche su scala regionale", ha affermato il segretario della Cgil di Bologna, Maurizio Lunghi. "Questo è un accordo unico a livello nazionale. Ora occorre andare avanti, perché la sofferenza c'è e aumenta la distanza tra ricchi e poveri, anche in Emilia-Romagna. Nelle prossime settimane dovremo iniziare a discutere sul nuovo patto per il lavoro e di come estendere questa esperienza a tutta la regione", ribadisce il segretario regionale della Uil, Giuliano Zignani.

Insieme per il lavoro in questi anni è costantemente cresciuto. Da inizio progetto gli inserimenti lavorativi sono stati 523, sempre in aumento dai 14 al mese del 2018 ai 24 del 2019. Più che raddoppiati nell'ultimo anno i contratti a tempo indeterminato (dal 4% al 10%) e rimane costante il flusso dei beneficiari iscritti al progetto (124 al mese, 1.491 nel 2019).

I risultati del progetto

Nel frattempo è cresciuto anche il numero di imprese coinvolte, in tutto 237: 166 collaborano stabilmente con la struttura che si occupa degli inserimenti lavorativi, 97 hanno aderito formalmente al board (erano 54 nel 2018). Nell'elenco ci sono grandi e piccole aziende bolognesi: ci sono Ducati e Lamborghini, dove Insieme per il lavoro è addirittura entrato nella contrattazione di secondo livello (in Ducati sono stati fatti quattro inserimenti), ci sono Yoox-Net a porter (che ha arruolato 20 persone), Rekeep (10), Piquadro (otto), Bologna Welcome (quattro).

A realizzare più inserimenti è stata la cooperativa sociale La Fraternità, con 39 persone assunte per l'attività di tutoraggio ai nuovi cassonetti di Hera. Circa 82 i progetti per attività di autoimpiego (con 50.000 euro erogati) e 39 progetti di innovazione sociale. "Rendiamo pubblici questi dati dopo campagna elettorale perché non volevamo che entrassero nel dibattito politico", precisa l'assessore al Lavoro del Comune di Bologna, Marco Lombardo, ricordando anche che 126 beneficiari sono stati accompagnati nell'iter per la richiesta del reddito di cittadinanza, cui avevano diritto. "Non ci accontentiamo: l'obiettivo per 2020 di far crescere del 25% il numero degli occupati e aumentare i posti di lavoro a tempo indeterminato", fissa l'asticella Merola.

"La cooperazione ha trovato in questo progetto molto della sua missione. E' un'esperienza con caratteristiche territoriali, non facilmente riproducibile, ma occorre valutare la diffusione di un metodo per la riforma del collocamento", riflette la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini. Il Comune ha finanziato Insieme per il lavoro con 10 milioni spalmati su quattro anni, cui si aggiungono 4 milioni messi sul piatto dalla Curia. "C'è ancora tanta sofferenza.

Bisogna insistere, c'è ancora molto da lavorare. Ma il metodo importante, perché questo è il progetto di tutti. Dobbiamo mantenere lo sforzo sulla montagna: non è accanimento terapeutico, è dare una prospettiva a chi ci vive", conclude Zuppi, non escludendo che la Curia possa mettere più risorse sul progetto, oltre al milione all'anno assicurato fino a oggi. "La verifica porterà a vedere se ne servono di più. Perché il lavoro resta una priorita'", conclude il cardinale.


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