Kiné, memorie in movimento per documentari e film d’autore

Kiné, memorie in movimento per documentari e film d’autore

Il nome evoca le origini del cinema. Quando le immagini iniziano a muoversi nel tempo, anzi a correre incontro allo stupefatto spettatore.   

E certamente, Kiné, cooperativa “tosco-bolognese” di creazione e produzione di documentari, film e contenuti per le nuove piattaforme digitali, ha un feeling particolare con il tempo. Non quello dell’orologio, piuttosto il tempo “ritrovato”. Quello che fluisce dalle “teche” di Home Movies l’Archivio nazionale del film di famiglia che ha sede a Bologna e custodisce circa 30.000 elementi, quasi tutti su supporti originali costituiti da pellicole in formato ridotto girati tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del Novecento.

“Kiné nasce nel 2018 dall’incontro di esperienze condivise dai soci fondatori nell’ambito di attività creative, autoriali e produttive connesse al mondo del cinema”, spiega Claudio Giapponesi, 43 anni laureato in Scienze della comunicazione all’università di Bologna.

“Dal punto di vista imprenditoriale – aggiunge – fin dall’avvio abbiamo indirizzato la nostra attività verso la promozione e diffusione nell’ambito dei festival e dei principali mercati europei cercando allo stesso tempo opportunità di crescita professionale nei rapporti con il mondo delle istituzioni pubbliche e del settore culturale, come Home Movies”.    

Sul piano della creatività, invece, il tema guida dei lavori di Kiné è quello della memoria. Un tema che si sostanzia a partire dai materiali d’archivio dei filmati amatoriali che, riprende Giapponesi, “sono testimonianze preziose di frammenti di tempo e di vita scelti dagli ‘autori’ con quella attenzione speciale che si dava nei decenni passati all’atto di mettersi dietro e davanti ad una cinepresa”.

Nascono da questa “chimica” i lavori (ormai una ventina) che sono usciti dall’officina di Kiné. Dai primi, come “Anita” di Luca Magi, nato da un inedito di Federico Fellini, e “Formato ridotto”, un film collettivo che si avvale dei testi originali di un gruppo di scrittori come Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia e Wu Ming 2.

O ancora “Il treno va a Mosca” che racconta la “fine di un mondo”, quello del socialismo reale, visto dagli occhi del barbiere comunista Sauro Ravaglia durante un viaggio a lungo sognato nella capitale sovietica.

Il loro ultimo lavoro, “La proprietà dei metalli” del regista Antonio Biagini, è stato presentato in concorso all’ultima edizione del prestigioso Festival internazionale del cinema di Berlino.

“Il film – spiega Giapponesi – è liberamente ispirato a una vicenda poco nota: il fenomeno dei cosiddetti minigeller, cioè quei bambini che alla fine degli anni Settanta, dopo aver assistito all’esibizione televisiva dell’illusionista Uri Geller, apparentemente in grado di piegare chiavi e cucchiai al solo tocco, iniziarono a manifestare fenomeni simili un po’ in tutta Europa”.

“La nostra storia, che uscirà a maggio nelle sale italiane – conclude – è incentrata su quella di Pietro, un bambino in grado di piegare i metalli al solo toccarli. E di uno scienziato statunitense che comincia a studiarlo, avviando esperimenti che porteranno il piccolo a contatto con un mondo invisibile dove le leggi della fisica lasciano il passo ai desideri più profondi”.

 

Nome: Kiné

Attività: Documentari e produzioni per cinema e televisione

Indirizzo: Via Brugnoli, 7 - 40122 Bologna

Tel. +39 0577 924338

Sito web: kine.it


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