Le botteghe, il racconto di una città

Le botteghe, il racconto di una città

DA “L’IMPRESA FA NOTIZIA”
SPECIALE ARTIGIANATO ARTISTICO
Il Resto del Carlino – 28 febbraio 2019

ANDREA Santolini è vicepresidente di Cna Bologna. Non solo: è presidente nazionale di Cna Unione artistico e tradizionale. Conosce alla perfezione il significato e gli obiettivi dell’artigianato artistico.

Santolini, una premessa: quali sono la consistenza e la tipologia delle imprese dell’artigianato artistico?

«La Cna di Bologna rappresenta oltre trecento imprese appartenenti all’artigianato artistico nell’area metropolitana».

Quanto è importante l’artistico per l’associazione e per la cultura e la storia di Bologna?

«L’artigianato artistico rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale di una città come Bologna, in grado di riflettere e tramandare la storia e il costume di un territorio rappresentandone sia la tradizione che le spinte innovative. Da questo punto di vista Bologna rappresenta da sempre un importante laboratorio di sperimentazione e Cna lavora per preservarne e tutelarne il primato. Si tratta di un artigianato che plasma-contribuisce all’identità di Bologna e ne caratterizza la fisionomia con le sue botteghe che ancora si possono scovare in città».

Le botteghe sono fondamentali in tal senso.

«Le botteghe artigiane offrono un racconto di Bologna unico fatto da decine di artigiani che si dedicano alla lavorazione di metalli e pietre preziose, ceramica, liuteria, restauro beni culturali, lavorazione del legno e del ferro battuto, mestieri molto diversi tra loro ma che hanno in comune la specificità del ‘saper creare’ e del ‘saper produrre’ l’oggetto artistico. Bologna è stata nella storia un centro di produzione rilevante specie per i metalli preziosi e ancora oggi qui possiamo trovare oltre un centinaio di qualificati laboratori.Motivo di orgoglio dell’artigianato bolognese è anche la presenza di laboratori del restauro e della conservazione: dai metalli agli affreschi, dal legno alla carta, dai tessuti al vetro».

Qual è l’impegno di Cna per valorizzare l’artigianato artistico a livello locale e nazionale?

«È sempre stato un impegno costante per tutelare e valorizzare il patrimonio dell’artigianato artistico. Per fare esempi concreti: se l’immenso patrimonio artistico del nostro paese potrà essere tramandato ai posteri, lo dovremo in gran parte ai nostri artigiani restauratori con il loro paziente lavoro e l’altissima professionalità. In questi anni siamo stati al fianco dei nostri restauratori in un lungo braccio di ferro con Mibac (il ministero per i Beni e le Attività culturali) proprio per il riconoscimento della loro professionalità e la costituzione di un albo. Oggi si vedono i primi risultati, ma non smetteremo di confrontarci con le istituzioni a tutti i livelli per garantire la tutela dei mestiere artistici e tradizionali».

E i giovani?

«Un altro fronte che ci vede impegnati è proprio quello della formazione delle nuove leve dell’artigianato. In quest’ottica abbiamo siglato un protocollo di collaborazione con la Rete nazionale dei licei artistici con l’obiettivo di favorire il processo di integrazione tra mondo scolastico e mondo imprenditoriale, rendendo disponibile ognuno il proprio know how, quale patrimonio strategico necessario allo sviluppo del sistema educativo e formativo italiano ed al mantenimento di capacità competitive necessarie sui mercati internazionali anche attraverso iniziative concrete volte alla conoscenza di un patrimonio del ‘saper fare’, unico al mondo, da tramandare alle nuove generazioni per evitare che scompaia o diventi residuale».

L’artigianato artistico bolognese sa guardare all’estero?

«Senza dubbio. Certamente è molto radicato in città, ma ci sono artigiani artisti bolognesi che sono famosi nel mondo: orafi che hanno saputo conquistare il pubblico giapponese, creatori di strumenti musicali che sono apprezzati da star della musica mondiale sia moderna che classica: Laurie Anderson e Pat Metheny solo per citarne alcuni che hanno avuto contatti coi nostri artigiani. Cna cerca di favorire questa fama mondiale e questa propensione verso l’estero, anche in una logica di business, portando i suoi artigiani artisti a manifestazioni come l’Expo di Shanghai del 2010 e all’Expo di Milano del 2015. E sostenendo le imprese dell’artistico che vogliono partecipare a importanti fiere del settore all’estero».


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