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Tfr in busta paga? Ipotesi agghiacciante

ven 03 ott 2014

Veronesi: il Tfr in busta paga? Ipotesi agghiacciante

“L’ipotesi di inserire il Tfr in busta paga è semplicemente agghiacciante- E’ il commento di Valerio Veronesi, Presidente Cna Bologna -. Se il Presidente del Consiglio Renzi punta ad uccidere con un colpo solo migliaia e migliaia di piccole imprese, l’obiettivo sarà senz’altro raggiunto. Perché purtroppo l’effetto vero sarà quello. Chiunque conosca l’attuale situazione dell’accesso al credito da parte delle piccole imprese sa che non c’è protocollo con l’ABI che tenga: una gran parte delle imprese non riceverebbe dalle banche la liquidità sostitutiva del Tfr per ragioni di rating, solvibilità, garanzie e così via. Cioè esattamente quello che succede già oggi. In aggiunta, pur condividendo la necessità di rilanciare i consumi, credo che sia estremamente pericoloso indurre i lavoratori e le famiglie a consumare oggi un risparmio differito che deve avere altre finalità: un cuscinetto di sicurezza in caso di perdita del lavoro e soprattutto l’investimento in fondi che possano integrare la pensione alla fine della vita lavorativa. Oltre che dannoso per l’economia, il messaggio che passa è altamente diseducativo”.

“La proposta di inserire il Tfr in busta paga, per com’è stata posta, rappresenta un costo improponibile per le imprese. Al momento non ci sono le condizioni per procedere”. Lo ha spiegato anche Daniele Vaccarino, Presidente nazionale della Cna, a RaiNews24. Dopo aver premesso che alla Cna non piace iscriversi al “partito del no” e che la Confederazione è disponibile a mettere tutto in discussione, pur di rilanciare i consumi e la domanda interna, Vaccarino pone una sola condizione: “La soluzione non rappresenti un ulteriore aggravio per le imprese”. Il presidente della Cna sottolinea che “una parte consistente dell’importo totale del Tfr in Italia è di competenza delle piccole imprese”. E, al momento, non ci sono le condizioni perché la miriade di Pmi possa sostenere un richiesta del genere.