Terre di Pianura e fusione tra Comuni

Terre di Pianura e fusione tra Comuni

Una fusione tra Comuni per migliorare l’efficienza dei servizi, della spesa pubblica e dare un’omogeneità alle regolamentazioni comunali: un percorso che alcuni Comuni delle Terre di Pianura stanno iniziando a valutare ma che è già stato intrapreso nella provincia di Bologna, come nei nuovi Comuni di Valsamoggia e Alto Reno Terme, e anche nell’intera Emilia Romagna.

I Comuni delle Terre di Pianura coinvolti nello studio di fattibilità per la fusione sono Granarolo dell’Emilia e Castenaso da una parte e Baricella, Malalbergo e Minerbio dall’altra. I due nuovi Comuni che ne deriveranno saranno, rispettivamente, di oltre 26.000 abitanti e di 25.000 abitanti: acquisteranno così un potere politico importante per le discussioni con la città metropolitana, la Provincia e la Regione.

“La Cna è favorevole e appoggia questa fusione dei Comuni – spiega Franco Marinelli, Presidente Cna Area Terre di Pianura – perché in questo modo nelle amministrazioni comunali si potrà ottenere un reale e tangibile efficientamento dei costi da cui è auspicabile ottenere una minore pressione fiscale, per quanto riguarda, ad esempio, l’IMU e la TARI, per le imprese del nostro territorio”.

“Cna Bologna, inoltre, - prosegue Marinelli - per essere più vicina alle imprese dell’Area Terre di Pianura, ha lanciato un sondaggio per verificare i timori e le preoccupazioni da parte di chi nutre dubbi verso il processo di fusione così come fare emergere le principali aspettative di miglioramento da parte degli imprenditori che sono favorevoli. Per portare una voce ancora più precisa delle imprese al confronto con le amministrazioni che diventi una base da cui partire affinché le richieste del mondo economico siano tenute in debito conto nella progettazione della nuova amministrazione. Le imprese di Terre di Pianura possono fare sentire la loro voce rispondendo on line al sondaggio che è pubblicato sulla home page del sito di CNA Bologna (www.bo.cna.it). Anche le Istituzioni hanno condiviso l’importanza della nostra iniziativa, che è aperta anche alle imprese non associate, e ospiteranno il sondaggio sui loro siti o sui siti aperti per trattare lo specifico percorso delle fusioni (come www.fusionecastenasogranarolo.it)”.

La fusione ha come obiettivi principali un maggiore efficientamento delle risorse umane e delle amministrazioni, un potenziamento dei servizi, una semplificazione e un’omogeneità della regolamentazione e delle imposte comunali e un cospicuo risparmio in termini economici.

Crifsp, Centro di e formazione sul settore pubblico, e Spisa, Scuola di specializzazione in studi sull’amministrazione pubblica dell’Unibo, stanno portando avanti uno studio preliminare per la fattibilità della fusione tra Granarolo e Castenaso.

Dopo la verifica della fattibilità, dei costi e un’analisi di proposte progettuali, intorno la seconda metà del 2018, verrà quindi chiesto alla popolazione dei territori di esprimere, attraverso un referendum, una decisione riguardo la fusione e scegliere la denominazione dei nuovi Comuni, tra una rosa di nomi proposti dalle amministrazioni comunali all'interno dell'istanza presentata.

Le amministrazioni stanno già avviando un percorso di sensibilizzazione con le imprese, la cittadinanza e le associazioni, in cui illustrano i vantaggi e le opportunità e ascoltano le perplessità.

Se la scelta dei cittadini sarà favorevole alla creazione di un nuovo Comune le amministrazioni promettono che il livello dei servizi rimarrà immutato, ci sarà un’organizzazione più efficiente e un’ottimizzazione della spesa pubblica. I Comuni aggregati inoltre riceveranno dei contributi straordinari del valore di 20 milioni di euro su un arco temporale di 10 anni. I nuovi Comuni saranno operativi dall’1 Gennaio 2019 con le elezioni della nuova giunta in primavera 2019. 


Chat on Whatsapp